Le statiche sono annualmente in crescita verso questo problema di portata sociale, all’ordine del giorno sui media vi è un articolo riferito a un evento, specificatamente collegato al rapporto con l’uso dei social media, dei videogiochi, della rete stessa di internet con tutte le sue possibilità. Presso il mio studio è attivo un servizio specifico per persone con problemi o disturbi di dipendenza tecnologica o vittime di cyberbullismo, revenge porno, shopping compulsivo, hikikomori, etc... La dipendenza tecnologia, può portare a un vero e proprio disturbo con ritiro sociale, tanto nei minorenni che negli adulti. I campanelli di allarme sono: insonnia, perdita di appetito, irritabilità/aggressività verbale e fisica, rinuncia agli hobby, demotivazione generale, obesità, incapacità a staccarsi dai dispositivi elettronici e dal bisogno di giocare ai video giochi irrefrenabile, diminuzione delle relazioni con i pari, calo rendimento scolastico, ritiro sociale e lavorativo, diminuzione delle funzione cognitive superiori, shopping compulsivo, dipendenza da pornografia, etc... Il percorso specifico per tali disturbi applica una nuova clinica, che osserva come l’uomo viene digitalmente modificato. Al centro delle sedute è il corpo, che va preso in carico, il quale spesso è vissuto come ostacolo, è dimenticato, ritmi e bisogni sono rilegati al minino vitale. La psicoterapia con competenza somatica, da valore al corpo come strumento per attivare elaborazioni e mantenere capacità empatiche e relazioni.
La presa in carico quando si tratti di un minore, è di tutta la famiglia. Questo comporta il lavoro in tandem di due terapeuti: uno per il minore, uno per la famiglia. Nei casi di reclusione sociale, è previsto un supporto iniziale domiciliare